Un capolavoro di alta ebanisteria nelle Valli di Lanzo
Certo la meta di pellegrinaggio più conosciuta delle Valli di Lanzo, il santuario mariano dedicato a Nostra Signora di Loreto sorge su un gradone roccioso alle pendici del Monte Leitosa, a 1340 metri di altitudine, sopra il borgo di Forno Alpi Graie, frazione di Groscavallo. Vi si giunge a piedi con percorso in salita, per cammino oggi lastricato; oppure attraverso una lunga scalinata in mezzo ad un suggestivo bosco di alberi secolari. Ciò che rende davvero unico questo luogo sacro è un altare riccamente intarsiato dal valore artistico assoluto.Parlando di mobili intarsiati in avorio e legni pregiati, si pensa ad opere conservate in grandi musei o importanti collezioni private: ritrovare un altare di questo tipo, unico al mondo, in un remoto santuario di montagna induce a porsi domande.
Chi è l’ebanista autore di questa meraviglia? Chi gliel’ha commissionata? E perché? Ma, soprattutto, come è arrivata in un piccolo paese nell’estrema Val Grande di Lanzo?
A questi e ad altri interrogativi ha dato risposta un giovane studioso di ebanisteria: dalla sua lunga indagine emerge una vicenda complessa ed intricata che coinvolge due tra le figure più importanti della storia artistica piemontese del Settecento.
Il volume, con la prefazione di Roberto Antonetto, ha visto a luce a fine settembre e ha un prezzo di listino di € 18,00. La presentazione in anteprima ha luogo a Lanzo Torinese venerdì 7 ottobre 2016 alle h. 21,00 con il patrocinio della Città di Lanzo Torinese e del Comune di Groscavallo e in collaborazione con l’A.Va.L.
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