Autoridomani

C’era un italiano in Argentina

C’era un italiano in Argentina
di
Claudio Martino e Paolo Pedrini

Che fine ha fatto Vittorio Meano? Il libro ricostruisce la vita di questo architetto piemontese, tanto dimenticato quanto affascinante, autore a Buenos Aires del Colón e del Congresso, nonché a Montevideo del Parlamento.
Sono pagine sorprendenti, dallo stile asciutto e personale, scritte in modo agile e coinvolgente, mai noiose seppur dense di particolari e di riferimenti precisi: dalla nascita di Meano a Gravere all’infanzia a Susa, dagli studi a Pinerolo alla giovinezza torinese, dal viaggio verso l’Argentina alle vicende umane e professionali intessute nella capitale platense, per concludersi con l’omicidio e i relativi retroscena. Il testo, che in alcune parti riveste i caratteri dell’inchiesta e a tratti assume quasi i contorni del noir, oltre a narrare un’esistenza da romanzo e a sviscerare un enigma da film giallo, parla altresì dell’emigrazione italiana, di Torino e di Buenos Aires nella seconda metà dell’Ottocento e della cifra artistica dei lavori meaniani.
Un racconto biografico che diventa affresco storico e si presta a ulteriori piani di lettura: l’analogia tra il malaffare pubblico-privato dell’epoca e quello attuale, gli insabbiamenti con i relativi depistaggi in auge allora come oggi, i segreti e i delitti di Stato sempre pronti a irrompere per inquinare e occultare la verità. Un quadro d’insieme, temporale e spaziale, all’interno del quale Vittorio emerge con la sua figura intrigante e controversa di uomo potente che seppe ingraziarsi i vertici della politica, destreggiandosi fra interessi economici e corruzione dilagante di una Nazione in crescita sfrenata. Ma anche di uomo forse perseguitato e tormentato, certamente sopraffatto dagli eventi.
Il volume, che ha un prezzo di € 15, è stato presentato in anteprima venerdì 13 dicembre 2013 a Rivoli nella sala del Comitato di quartiere Borgo Uriola.